Ecco una guida pratica per le donne che vogliono prendere il controllo del proprio futuro.
Negli ultimi anni, sempre più donne stanno scegliendo di lasciare il lavoro dipendente per diventare libere professioniste e aprire la partita IVA. Questa decisione può essere liberatoria, ma allo stesso tempo richiede un’attenta pianificazione e la giusta dose di coraggio. Passare da un lavoro stabile, con uno stipendio fisso, a una carriera in proprio può sembrare difficile come scalare una montagna, ma con le giuste informazioni e un piano chiaro, è possibile trasformare questo sogno in una realtà di successo. Se anche tu stai pensando di compiere questo passo, in questo articolo ti guiderò attraverso i punti principali da considerare.
1. Quali sono i vantaggi di aprire una partita IVA?
Molte donne decidono di lasciare il lavoro dipendente perché sentono il desiderio di maggiore libertà. La partita IVA offre l’opportunità di lavorare in modo autonomo, organizzando le tue giornate in base alle tue esigenze personali e professionali. Non avrai più un capo, ma sarai tu a decidere quando e come lavorare. Questo aspetto è particolarmente attraente per chi ha una famiglia e vuole gestire meglio il tempo dedicato ai figli o ad altre attività.
Oltre alla flessibilità, l’apertura della partita IVA può permetterti di sviluppare una carriera più in linea con le tue passioni e competenze. Potrai scegliere di lavorare in settori che ti entusiasmano e, con il tempo, aumentare i guadagni in modo significativo, diventando imprenditrice di te stessa.
Tuttavia, è importante riconoscere che, oltre ai benefici, ci sono anche delle sfide. Gestire la propria attività significa essere responsabili non solo del lavoro che svolgi, ma anche degli aspetti fiscali, contabili e amministrativi.
2. Quando è il momento giusto per lasciare il lavoro dipendente?
Uno degli aspetti più delicati del passaggio da dipendente a libera professionista è capire quando fare il grande salto. Il primo consiglio che posso darti è di non avere fretta. Prima di lasciare il tuo impiego fisso, è essenziale che tu abbia una base solida da cui partire.
Innanzitutto, fai un’analisi approfondita delle tue competenze e di come puoi applicarle nel mercato come libera professionista. Se hai già dei clienti potenziali o una rete di contatti a cui offrire i tuoi servizi, il passaggio sarà più agevole. In caso contrario, puoi iniziare a costruire questa rete mentre sei ancora impiegata.
Parallelamente, ti consiglio di avere un piano finanziario ben definito. L’incertezza iniziale legata ai guadagni è uno degli aspetti più difficili da affrontare. Assicurati di avere dei risparmi sufficienti a coprire almeno i primi sei mesi di spese, in modo da non trovarti in difficoltà nel periodo di avviamento.
3. Quali i primi passi per aprire la partita IVA?
Aprire la partita IVA in Italia non è complicato, ma richiede una conoscenza di base del sistema fiscale e delle scelte che dovrai fare. Prima di tutto, dovrai decidere se aprire una partita IVA ordinaria o aderire al regime forfettario, che è una delle opzioni più semplici e vantaggiose per chi inizia un’attività autonoma.
Regime forfettario
Il regime forfettario è particolarmente adatto per le piccole realtà professionali e prevede una tassazione agevolata. Puoi aderirvi se il tuo fatturato annuo non supera i 85.000 euro (limite aggiornato al 2023). La tassazione è fissa e prevede un’aliquota ridotta rispetto alla partita IVA ordinaria. Inoltre, in questo regime non è prevista l’IVA sulle fatture emesse, il che semplifica notevolmente la gestione contabile.
Partita IVA ordinaria
Se prevedi di avere un fatturato maggiore o se il tipo di attività richiede una gestione più complessa, potresti optare per la partita IVA ordinaria. In questo caso, dovrai applicare l’IVA alle fatture e gestire la contabilità in modo più dettagliato. Potrebbe essere utile, soprattutto in questo secondo caso, avvalersi di un commercialista per assicurarsi di rispettare tutte le normative fiscali e per evitare sanzioni.
4. La gestione fiscale e previdenziale: come funziona?
Una delle principali preoccupazioni di chi decide di aprire la partita IVA riguarda gli aspetti fiscali e previdenziali. Una volta aperta la partita IVA, sarai responsabile del pagamento delle imposte e dei contributi previdenziali.
Se aderisci al regime forfettario, il calcolo delle imposte è semplificato: pagherai un’imposta sostitutiva che, nei primi cinque anni, è del 5% (aliquota agevolata). Successivamente, passerai al 15%. Oltre a questa imposta, dovrai versare i contributi previdenziali, che variano a seconda della cassa di appartenenza. Se sei una libera professionista iscritta alla Gestione Separata INPS, i contributi saranno calcolati in percentuale sul reddito netto.
È fondamentale mettere da parte una quota dei guadagni per le imposte e i contributi. Un buon consiglio è accantonare ogni mese una parte dei tuoi incassi per evitare di trovarti in difficoltà quando sarà il momento di pagare le tasse.
5. Come trovare i primi clienti? Networking e marketing personale
Un altro aspetto cruciale del passaggio alla libera professione è trovare clienti. Inizialmente, questo potrebbe sembrare difficile, ma con il giusto approccio riuscirai a costruire una solida base di clienti.
Il primo passo è creare una rete di contatti professionali. Partecipare a eventi di settore, entrare in gruppi e associazioni professionali, o utilizzare piattaforme come LinkedIn può aiutarti a far conoscere le tue competenze e i tuoi servizi. Non sottovalutare l’importanza del passaparola: i tuoi primi clienti potrebbero provenire proprio da persone che conosci o con cui hai lavorato in passato.
Inoltre, è essenziale costruire una presenza online. Un sito web professionale e curato, dove descrivi i tuoi servizi e racconti la tua esperienza, è uno strumento fondamentale per attrarre nuovi clienti. Puoi anche utilizzare i social media per promuovere il tuo lavoro e creare contenuti che dimostrino la tua expertise nel settore.
6. Come gestire il proprio tempo?
Una delle sfide principali per le donne che scelgono di diventare libere professioniste è riuscire a gestire il tempo e mantenere un buon equilibrio tra vita privata e lavoro. Quando lavori in proprio, c’è sempre la tentazione di lavorare più ore rispetto a quando eri dipendente, soprattutto nei primi tempi.
Stabilisci un orario di lavoro che sia compatibile con le tue esigenze personali e cerca di rispettarlo. Impostare dei limiti ti aiuterà a mantenere l’equilibrio tra lavoro e vita privata, evitando il burnout. Ricorda che lavorare di più non sempre significa essere più produttive: prendersi del tempo per riposarsi e rigenerarsi è essenziale per mantenere alta la qualità del lavoro.
7. Non avere paura di chiedere aiuto!
Infine, uno degli errori che molte donne fanno quando diventano libere professioniste è cercare di fare tutto da sole. Ma la verità è che chiedere aiuto non è segno di debolezza, anzi, è una strategia intelligente.
Se ti rendi conto che non riesci a gestire tutte le attività da sola (che siano amministrative, contabili o legate alla promozione del tuo business), non esitare a rivolgerti a professionisti o a delegare alcune funzioni. Collaborare con un commercialista o un consulente finanziario, ad esempio, può fare una grande differenza nella gestione del tuo lavoro e ti permetterà di concentrarti su ciò che sai fare meglio.
Sei pronta per il cambiamento?
Passare da dipendente a libera professionista è una scelta coraggiosa che ti permette di prendere il controllo del tuo futuro professionale. Pianificare attentamente, comprendere gli aspetti fiscali e previdenziali e costruire una rete di contatti sono i pilastri su cui basare il tuo successo.
Non lasciare che la paura dell’ignoto ti fermi. Con la giusta preparazione, aprire la partita IVA può essere l’inizio di un’avventura professionale gratificante e di successo. Se senti che questo è il tuo momento, prenditi il tempo per valutare tutti gli aspetti e preparati al meglio per affrontare questa nuova sfida.